mercoledì 5 febbraio 2014

La vera indipendenza italiana.

di Francesco Salistrari.


E’ ufficiale, si. Un’altra Sinistra in Italia c’è.

In fondo c’è sempre stata. Sotterranea, invisibile, silenziosa, quasi sempre ammutolita dalla fanfara della “sinistra radicale e di governo” che ha annichilito per anni dibattito, analisi e prospettive.

Si, la sinistra c’è ancora. Ed ha anche molte cose da dire.

A Firenze il 2 febbraio i promotori del partecipatissimo convengo di Chianciano “Oltre l’Euro: La sinistra. La crisi. L’alternativa.”, hanno dato vita ad un coordinamento nazionale della sinistra italiana contro l’euro, capace di presentare una proposta politica alternativa nei fatti e nella sostanza alle ormai melliflue, inutili e sterili posizioni alla “sel” o alla “rifondazione”.

Credo sia una notizia molto, molto importante da salutare con grande entusiasmo. Per una serie di ragioni. Prima fra tutte il fatto che una parte importante della sinistra italiana si è finalmente svestita dei panni logori di quell’europeismo inconcludente, ma soprattutto funzionale agli interessi delle classi dominanti che, per troppi anni, ne hanno fatto solo un’appendice inutile e blaterante del PD.

Finalmente, si, la Sinistra italiana è uscita allo scoperto. E le intenzioni in cantiere sembrano promettenti, innanzitutto perché per la prima volta dopo la “svolta della bolognina” una parte importante della sinistra italiana si smarca da quella sudditanza ideologica che potremmo definire del “governismo fine a sé stesso” che, almeno se non nelle parole, ma nei fatti, purtroppo, ha caratterizzato le linee politiche dei partiti della sinistra italiana per un lungo periodo storico.

Periodo storico cruciale fatto di svolte epocali senza precedenti. In altre parole, fatto di appuntamenti a cui la sinistra italiana non solo è mancata, ma dalla quale è uscita con le ossa rotte.
Il fallimentare esperimento della “sinistra arcobaleno” e, soprattutto, le fallimentari (eufemismo) esperienze dei “governi Prodi” sono state per la prospettiva di cambiamento in questo paese una clava inesorabile che ha condannato ampie fasce della società all’abbandono e alla disperazione. Abbandono e disperazione che la crisi del 2008 non ha fatto altro che acuire, favorendo un grave, pericoloso e inarrestabile arretramento dei diritti e delle tutele sociali nel nostro paese.

La sinistra italiana ha sprecato anni e anni, non riuscendo ad elaborare niente di più se non il vuoto slogan “partito di lotta e di governo” che poi, nei fatti, non significa niente, se non il supino piegarsi alle oligarchie del nostro paese ed europee. Ha sprecato opportunità e consumato capitale umano e culturale in maniera imperdonabile, tradendo in definitiva quella che è la sua funzione storica, la sua stessa raison d’etre, irrinunciabile: prospettare un’alternativa sistemica.

L’abbandono dell’anticapitalismo (processo storico peraltro incominciato negli anni ’70 con la svolta del “compromesso” con la Dc) ha decretato tutta una serie di sconfitte e di arretramenti sul piano dei diritti e delle conquiste sociali, sul piano del radicamento e dell’autonomia politica necessarie all’elaborazione di una proposta politica realmente alternativa e convincente. Con il crollo del “comunismo” sovietico, nel 1989, la sinistra è rimasta intrappolata sotto le macerie del socialismo reale, scivolando inesorabilmente dal riformismo “bertinottiano” al “governismo fine a sé stesso”, per giungere, nei fatti (e mai a parole, sic!) all’anti-anticapitalismo filoeuropeista. Un processo degenerativo che oggi, con l’iniziativa di Firenze, sembra essersi arrestato e che fa sperare in un’inversione a 360 gradi.

Oggi, con la situazione disastrosa in cui versa l’Italia, con la crisi mondiale galoppante che affonda nazioni e popoli, diritti, benessere, ambiente e cultura, una sinistra realmente capace di analisi e proposta politica non solo è necessaria, ma vitale.

La posizione “no-euro” non è uno slogan e non è un “salto nel buio” (come molti vorrebbero far credere), perché gli uomini e le donne che in questi anni hanno intrapreso il percorso che li ha portati fino a Firenze, hanno prodotto un’analisi stringente della realtà economica e sociale del nostro paese, individuando nell’euro un nemico del benessere del nostro popolo, ma anche lo strumento attraverso cui il capitalismo finanziario assoluto che governa il mondo impone le sue politiche e le sue regole. (A questo proposito è anche necessario sottolineare il valore aggiunto rappresentato dalla recente opera di divulgazione compiuta da tutta una serie di illustri economisti italiani che hanno permesso alla discussione e al dibattito politico di questi anni di acquisire maggiore forza non solo scientifica, ma anche politica).

Ecco: dire no all’euro, significa innanzitutto dire no al capitalismo selvaggio che sta distruggendo 150 di diritti acquisiti, immolandoli sull’altare della competitività, del mercato e della finanza.

Per il nostro paese, un’uscita dall’euro da sinistra, rappresenterebbe il primo passo verso la vera indipendenza, verso la costruzione di un modello sociale alternativo che faccia da esempio, in Europa e nel mondo.

Per fare questo passo, l’Italia ha disperato bisogno delle gambe su cui camminare: un movimento politico capace di cementare il blocco sociale nazionale che si opponga allo strapotere delle oligarchie finanziarie e bancarie che, svendendo il patrimonio del nostro paese, deturpando la democrazia, cancellando de facto la Costituzione Repubblicana del ’48, sta trascinando l’Italia verso un nuovo medioevo sociale.

Lasciare in mano alla destra il tema della sovranità nazionale (e monetaria) è stato un errore madornale a cui bisogna porre rimedio in fretta, perché è solo a partire da questo tema che la sinistra può davvero proporre un’alternativa complessiva credibile. L’iniziativa di Firenze intende recuperare a grandi passi tutto il terreno perduto.

Si, la Sinistra è tornata. La stavamo aspettando tutti.




Qui il comunicato ufficiale dell’iniziativa di Firenze: http://www.bottegapartigiana.org/show_article.aspx?id=2056837225#.UvGS3vl5NyU

2 commenti:

  1. Salve,
    chi sono i parlamentari che rappresentano questa sinistra?
    Grazie e saluti

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  2. Purtroppo parlamentari che rappresentano queste posizioni non ce ne sono, tranne qualche sporadica confusionaria e non sistematica proposta che arriva dai 5 stelle.
    Una proposta politica non ha comunque valore e dignità SOLO se rappresentata in Parlamento...che questo sia chiaro...

    RispondiElimina

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