martedì 30 luglio 2013

Perchè la Cassazione confermerà la condanna a Silvio Berlusconi.

di Francesco Maria Toscano.

Sono pronto a scommettere che domani la Cassazione confermerà in pieno la condanna a quattro anni di reclusione già impartita a Berlusconi Silvio dalla Corte d’Appello di Milano che ha accolto in pieno l’impianto accusatorio maturato in primo grado. Evito come la peste di entrare nel merito di un processo che poco conosco e ancora meno mi interessa. 

Solo i fessi sono convinti che le dinamiche che intercorrono necessariamente tra giustizia e potere dipendano da fattori neutri,  oggettivi e tipizzati all’interno dei codici.  Anzi, vi dirò di più. Che in realtà, nel merito delle precise accuse contestatigli, Berlusconi sia effettivamente colpevole o innocente cambia poco o nulla. 

Quando si analizzano le dinamiche di potere, l’unica ricerca che bisogna abbandonare (per non scadere nel ridicolo e nel patetico) in via preliminare è quella scriteriatamente protesa verso la comprensione circa la verità storica dei fatti oggetto di processo. Circostanza ben nota già al governatore romano Pilato che, non a caso, trovandosi di fronte nostro signore Gesù Cristo, per nulla interessato al merito della faccenda quanto piuttosto a mantenere un equilibrio geopolitico ritenuto soddisfacente, se ne uscì con frase destinata a rimanere giustamente scolpita nei secoli: “Quid est veritas

A distanza di oltre 2000 anni la visione apparentemente cinica di Pilato offre un ancoraggio indispensabile per navigare nelle acque malmostose della politica dove, per l’appunto, il massimo dell’ingiustizia sostanziale è spesso accompagnato da un pedissequo quanto ineccepibile rispetto di prassi e procedure. “Summum ius, summa inuria”, cari miei. 

Quindi,  assodato che non ce ne frega niente di, viste da destra, “presunte ingiustizie consumate in danno della povera vittima Berlusconi”, né tantomeno proviamo all’opposto empatia per quelli che “Berlusconi ha per anni asservito il parlamento per risolvere i suoi problemi personali”, passiamo ora a discutere di cose un tantino più serie. Berlusconi sarà condannato perché la sua parabola storica si è amaramente conclusa con l’arrivo nel novembre del 2011 del governo degli ottimati a guida Monti benedetto dalla massoneria reazionaria continentale. 

Da quel momento, chi staziona nella cabina di comando ha chiaramente fatto capireurbi et orbi di ritenere il reuccio di Arcore una pedina oramai screditata e inservibile, da accompagnare perciò alla porta con le buone o, in alternativa, a calci in culo. Ma siccome Berlusconi, pur non essendo uno sprovveduto, anziché arrendersi senza condizioni, ha pensato in questi ultimi due anni scarsi di poter minacciare la guerra nella speranza di ottenere una pace onorevole, adesso sta definitivamente per materializzarsi la seconda alternativa ipotetica prima palesata: quella cioè che contempla i calci in culo. Oggi, come nel 1992, è chiarissima la percezione che un intero sistema di potere sta franando. 

Come ha intuito saggiamente Sposetti, già tesoriere dei Ds, Berlusconi si trascinerà nella tomba tanto i finti amici alla Alfano quanto i “carissimi nemici” alla Letta,Franceschini Bersani. La surreale rielezione di Napolitano, ultimo disperato tentativo della vecchia oligarchia di prolungare una lunga e frustrante agonia, renderà soltanto la necessaria e improcrastinabile transizione più complicata e pericolosa del previsto. Non è detto che ciò che arriverà dopo sarà necessariamente meglio di quello che c’è adesso. 

Fare peggio non sarà semplicissimo, ma Matteo Renzi in Merkel, già pronto a cavalcare con forza la condanna di domani, potrebbe riuscire persino a superare l’insuperabile. Aspettare per credere.


fonte: Il Moralista

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