giovedì 4 aprile 2013

La Deimocrazia Occidentale.


di Norberto Fragiacomo.

L’immagine di una tavola imbandita e, sopra, un titolo shock: “il killer silenzioso di due milioni di persone”. Chi sarà il Pol Pot di martedì 2 aprile, sbattuto online da Yahoo? Risposta: è il sale, il cui consumo eccessivo provocherebbe un’infinità di malattie (Alzheimer compreso!) e, per l’appunto, oltre due milioni di decessi l’anno [1].
Non sono in grado di appurare se i dati (malamente) esposti nell’articolo [2] siano attendibili, se vi sia o meno la prova scientifica (=certezza o elevata probabilità) di un rapporto causa-effetto; ricordo però che per il controllo dell’”oro bianco” furono combattuti, tra medioevo ed età moderna, cruenti conflitti. Il sale serviva per la conservazione degli alimenti, ed era a sua volta un alimento essenziale. Oggi pare sia diventato un veleno, al pari del vino, del tabacco, dei salumi e di tante altre sostanze che contribuiscono a rendere sopportabile l’esistenza umana. Sì, perché in notizie come quella citata ci imbattiamo quotidianamente, e se grassi e fumo si assentano per una vacanza premio entrano in scena i nostri stessi organi, “traditori” in agguato dentro di noi, o le malattie – meglio se misteriose - che ci condurranno inevitabilmente al cimitero. A rimanere impressi sono i titoli, semplicistici e terrificanti: rammento un “muore per il primo bacio”, a proposito di una sindrome che causa, tra i giovanissimi, morti improvvise e imprevedibili. Il terrore ci fa compagnia pure a pranzo, e s’insinua nelle camerette dove adolescenti guardinghi fanno all’amore.

Come ci si sente, dopo aver letto una cosa del genere? Facile rispondere: tristi e depressi. Sappiamo, nel profondo del cuore, che ogni nostro istante potrebbe essere l’ultimo – ma scacciamo questo pensiero, che basterebbe a trasformare la nostra esistenza in un’agonia allucinante. Perché allora l’amara realtà ci viene sbattuta in faccia non appena accendiamo il computer o sfioriamo con lo sguardo la locandina di un quotidiano (Il Piccolo, ad esempio, che riservava addirittura mezza pagina ai “coccodrilli” di sconosciuti scritti da volonterosi congiunti)? A ben vedere, non si tratta neppure di “notizie”… l’ictus è dolorosamente più frequente degli attacchi del famigerato squalo bianco, e andrebbe debellato dalla scienza medica con i fatti, non da apprendisti comunicatori con parole che sembrano pubblicità a pagamento. A pagamento… perché l’impressione è che, in fondo, questi messaggi indirettamente minacciosi non siano semplici toppe giornalistiche da cucire su pagine, in certi giorni, vuote di accadimenti, ma abbiano una finalità, per così dire, “educativa”. Ci dicono: memento mori, ricordati che devi morire (e, nel frattempo, evita di agitarti troppo).

La Chiesa cattolica, nei secoli, ha costruito il proprio potere più sulla paura dell’inferno che sulla brama del paradiso: Dio stesso e i suoi santi ci scrutano, dalle absidi delle cattedrali, con l’espressione impenetrabile del giudice, non con affetto di padre o di fratello maggiore. La tradizione è aggiornabile, ma il meccanismo resta invariato: il terrore indotto paralizza gli esseri umani, li rende docili al volere del governante.

Da questo punto di vista, sale, fumo e spread si assomigliano, perché indicano una direzione obbligatoria e, al contempo, colpevolizzano il ricevente. Si prepara il terreno ad accogliere il seme privatistico: chi fuma e beve un bicchiere di troppo è causa del suo mal, destinato a piangere se stesso quando – per effetto del necessario taglio dell’assistenza pubblica “che non ci potevamo permettere” – gli ospedali chiuderanno le porte in faccia ai poveretti. Tutto quel che avverrà è colpa nostra, ammoniscono i notiziari: dovevamo mangiare meglio, anzi di meno; rinunciare al bicchiere di vino ma non alla Coca (che dà più gusto al Big Mac!); votare come Dio comanda ecc. L’unica certezza è che, qualunque cosa si faccia, si è a rischio errore, malattia, morte e default; senza contare che – ultimissime da Yahoo! – è in arrivo “Coronavirus, la nuova peste”, ovviamente cento volte più letale della Sars.
Un tempo, onde cattivarsi la fedeltà dei sudditi – che per consuetudine, in Occidente, vengono chiamati “cittadini” – il sistema ricorreva alle blandizie e al fascino del consumo illimitato; in giorni di carestia artificiale [3] trova più funzionali ai suoi disegni l’istillazione del senso di colpa e il terrore, merce facile da fabbricare e a buon mercato.
Dalla democrazia formale alla deimocrazia il passo è breve, in questo angoscioso crepuscolo dell’Europa sociale.


[1] Due milioni e trecentomila, per la precisione, e la morale è chiara: siamo noi gli unici responsabili della nostra salute.
[3] Non è un unicum: indotta – dal governo britannico - fu pure la famigerata famine che, negli anni ’40 dell’Ottocento, spopolò l’Irlanda.

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