mercoledì 17 ottobre 2012

La Guerra è Pace!


di Italo Romano
La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza“. Questi erano gli slogan del partito unico nel romanzo 1984 di George Orwell. Un mantra che veniva ripetuto incessantemente. Come al tempo ci ricordava Joseph Goebbles, l’uomo di punta della propaganda nazista: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità“.
E’ quello che avviene ancora oggi, in forma più estesa. Anche se noi nella nostra tracotante pienezza non riusciamo ad ammetterlo.
E’ quello che è avvenuto pochi giorni orsono, con l’assegnazione del premio nobel per la pace all’Unione europea.
Quella stessa Unione europea che affama i propri popoli e distrugge le sovranità nazionali, e guerreggia in giro per il mondo a fianco dei padroni a stelle e strisce, sotto il patrocinio mondiale delleNazioni Unite.
Ultima chiamata alle armi in ordine di tempo, viene dal possibile intervento di forze militari in Mali, stato dell’Africa centrale, messo a soqquadro da forze jihadiste salafite che hanno sovvertito l’ordine democratico vigente nel paese. Da notare che sono quelle stesse forze che in Siria vengono finanziate e appoggiate dal ricco occidente per far cadere il “regime” della famiglia Assad.
Domani Romano Prodi, in veste di diplomatico Onu[1], sarà a Bamako, capitale del Mali, per tentare di scongiurare l’uso della forza. Siamo certi del cattivo esito della trattativa.




Difatti lo scopo non è “esportare la democrazia”, ma continuare ad avere una via d’accesso alla materie prime dello stato africano. Un paese in mano ai fondamentalisti islamici creerebbe non pochi problemi di “ordine pubblico” ai controllori esteri, che inoltre si vedrebbero sbarrato un corridoio diretto con il ricco stato del Niger.
Il Mali è una regione prevalentemente desertica al nord, mentre nel sud è attraversata dal fiume Niger. La quasi totalità della popolazione attiva è impiegata nell’agricoltura, anche se i terreni a disposizione sono circa il 2% dell’intero paese.
Quello che fa gola alle potenze estere sono i giacimenti di oro, uranio, zinco, ferro, bauxite, fosfrati e manganese. C’è da depredare tutto il possibile, in tempi di crisi nulla si deve lasciare al caso.
Difatti è la Francia, bisognosa di uranio per mandare avanti le sue centrali nucleari, a spingere immediatamente per un intervento armato. Il democratico Hollande non vede alternativa alle armi, perchè non vuole lasciarsi sfuggire gli ex possedimenti coloniali che comunque sono rimasti da sempre, nonostante l’acquisita indipendenza, sono l’influenze e il “protettorato” francese.
E’ vero, forse non c’è da scandalizzarsi per il nobel all’UE, specie vedendo alcuni precedenti. Rappresenta la normale consecutio temporum di un modo di concepire la pace in senso decisamente capovolto. I padroni, ovvero chi comanda, han sempre ragione, i servi plaudono sperando di raccogliere qualche briciola e noi stiamo a guardare.
Del resto: “”La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza“.
 
Note:
[1] Dal 12 settembre 2008 presiede il Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. Il 1º settembre 2008 ha creato la Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli.


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