sabato 4 agosto 2012

Un uomo, una deriva.


Nichi Vendola.
Lo definirei “Un uomo, una deriva”.
L'emblema della deriva della sinistra italiana.
Completamente incapace di pensare un modello socio-economico diverso, di proporre una visione realmente alternativa al neo-liberismo dominante, di rispondere concretamente alle esigenze del popolo italiano (ma in generale dei popoli del mondo).
Nichi Vendola rappresenta la visione antropomorfizzata di un'agonia. L'agonia del pensiero alternativo dei partiti cosiddetti di sinistra.
E non è un caso che sia così.
Per chi non lo sapesse, Nichi Vendola, leader attuale di SEL, faceva parte di quella “rifondazione” Comunista che pretendeva di rappresentare in parlamento gli interessi dei lavoratori e delle classi subalterne italiani. Quella stessa “rifondazione” Comunista che ha approvato le prime misure legislative che hanno dato avvio alla precarizzazione del mondo del lavoro italiano. Misure che hanno contribuito, insieme alle altre dinamiche, a ingigantire il divario sociale tra i possessori di ricchezza e i lavoratori salariati. Quello stesso Vendola che faceva parte di quei governi che hanno dato avvio alla privatizzazione selvaggia del patrimonio statale e delle aziende pubbliche di questo paese, compresi i beni comuni. Quegli stessi governi che hanno dato il via libera (senza peraltro approvazione parlamentare) ai bombardamenti in Serbia e l'occupazione del Kosovo. Quegli stessi governi che hanno garantito l'ingresso nell'euro e nella “cornice” europea, forma moderna di dittatura oligarchica della finanza e delle banche, che ha favorito la sostanziale deindustrializzazione del nostro paese.
Cosa avrà da dirci di più di quello che ha fatto questo sommo poeta del nulla?
Cosa vorrà proporre agli italiani? Quale alternativa allo sfacelo economico verso il quale galoppiamo a tutta velocità?
Un accordo organico e politico/programmatico con il PD e l'UDC, per creare le condizioni di una vera alternativa in Italia.
Ma non era la stessa proposta dei governi Prodi (e D'Alema)? Ma non è stato appunto grazie (anzi a causa) di quei governi che il paese è andato alla deriva? Non sono stati proprio quei governi ad “indorare” una pillola indigesta con la promessa di future conquiste sociali ed economiche?
E' facile adesso dare la colpa ai vent'anni del potere berlusconiano. E presentarsi come i salvatori della patria. E' facile far passare l'idea che gli sconquassi economici di oggi siano solamente l'effetto delle politiche di centro-destra. Il fumo negli occhi degli italiani del berlusconismo e dell'anti-berlusconismo ha oscurato per un vent'ennio la verità fondamentale del nostro paese e del potere europeo (ed atlantico): non esiste nessuna differenza di fondo tra gli schieramenti politici parlamentari (presenti oggi e ieri nei parlamenti italiani).
Deindustrializzazione italiana.
L'incapacità di questa classe politica nel suo complesso a rendersi autonoma rispetto ai poteri forti internazionali (rappresentati egregiamente e trasversalmente in tutto l'arco costituzionale) non solo è stata tenuta nascosta con una finta “lotta” tra centro-destra e centro-sinistra, ma anche con la capacità magistrale di far passare praticamente sotto silenzio tutte le “riforme” cruciali che hanno determinato gli sfaceli di oggi.
E oggi, il poeta del tavoliere viene qui e vorrebbe farci lezioni di democrazia? Vorrebbe regalarci speranza? Vorrebbe farci credere che esista una via d'uscita affidandoci proprio a coloro che ci hanno affondato?
Vogliamo parlare del PD?
No, meglio di no, per carità.
Il PD è "il simbolo del peggio del peggio del peggio, l’epitome di tutta quella complessa sinergia fra ignoranza, supponenza, e bramosia di potere, che ha distrutto il paese che amo" (Alberto Bagnai).
E' inutile.
Come è inutile qualsiasi forza politica o movimento che proponga come alternativa l'alleanza con questo cancro italiano. Che NON propone una alternativa al neo-liberismo, ma che al contrario appoggia in parlamento proprio un governo (tecnico? Aahahahahhahahah) espressione diretta del pensiero neo-liberista. Che NON propone nessuna risoluzione concreta del problema del debito italiano (non a caso non ho scritto pubblico, leggete Bagnai) se non quella di svenderci come paese ai fondi privati (MES), alle regole assurde del Fiscal Compact, ai mercati dei titoli (e dei capitali), alla potenza economico-produttiva tedesca e francese, regalando di fatto le scelte decisionali più importanti in mano ad un gruppo oligarchico di tecnocrati non eletti democraticamente (e quindi illegittimi).
La democrazia così è solo un bluff. Un inganno bell'e buono.
Con quale faccia questi signori ci vengono a propinare soluzioni che NON affrontano i nodi cruciali dei problemi che l'Europa (e il mondo occidentale nel suo complesso) oggi vive? Con quale credibilità ci vengono oggi a spiegare che una maggiore integrazione politica ed economica europea sia la soluzione ad un problema che proprio questa integrazione ha causato?
Come fa un uomo che si dice di sinistra, che si dice dalla parte dei deboli e degli sfruttati, che di dice difensore di diritti e libertà, che auspica un mondo più equo e sostenibile, appoggiare proprio quei poteri contrari a questi principi?
Nichi Vendola, ci è o ci fa?
Sinceramente io ne ho le palle piene di questa gente. Non so voi, ma io NON ci sto.

(Francesco Salistrari)

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