E
probabilmente sapremo trovare il modo di lasciarci soli, l'un
l'altro.
Come
sempre siamo stati, in fondo. Soli.
Ognuno
si chiuderà a riccio dentro se stesso, abbandonando gli altri alla
propria vita, ai propri problemi, senza avere la benchè minima
capacità di guardarci negli occhi e parlarci con l'anima, una volta
almeno. Saremo sbigottiti dal comportamento di alcuni, rattristati da
quello di altri, impauriti da altri ancora. E' la paura, la paura di
restare senza niente. Prima di tutto, la paura.
Che
ci attanaglierà le viscere, che ci bloccherà la parola, che ci
impedirà di capire, di vedere.
Resteremo
chiusi nel nostro silenzioso risentimento e ci lasceremo portare
ovunque sarà possibile.
Qualcuno
impazzirà. Qualcuno si toglierà la vita.
Vedremo
sparire volti che ci sono stati familiari per tanto tempo, senza
capirne il perchè, intuendo il dolore, ma senza farlo proprio. Sarà
difficile sobbarcarsi il dolore degli altri e comprenderlo. E
vederlo. E porvi rimedio.
Ci
sarà solo il nostro dolore. Quello del nostro esiguo orizzonte.
Quello fatto di sbuffi e risvegli, nella notte.
Sarà
dura alzarsi dal letto. Sarà dura addormentarsi.
Vivremo
lo sgretolarsi di una realtà senza capirla, anelando con tutte le
forze un ritorno al passato. Come bambini che non vogliono crescere.
Tutto
questo ci succede. Un giorno alla volta.
Una
folata di vento si alza dal nulla ed un pensiero insieme ad essa,
vola via.
Esisterà
un luogo dove vanno i pensieri?! Dentro di noi, c'è di sicuro. E a
volte tornano indietro.
Cosa
ci si può inventare?
Quale
potrebbe essere un'idea?
Un
valore...
Un
valore inestimabile, incalcolabile, eterno. Che sopravviva a
qualsiasi tempo, a qualsiasi epoca, a qualsiasi ideologia, a
qualsiasi tiranno. Che sovrasti ogni governo ed ogni legge.
L'umanità
lo possiede?
Può
essere il denaro?
Si,
il denaro E' un valore.
Un
valore che sopravvive dal tempo dei tempi. Un pensiero, un'idea
talmente radicata da cangiar forma e adattarsi ad ogni circostanza,
ad ogni situazione, da guidare la storia dei popoli.
Il
denaro è un'ideologia che pervade tutte le ideologie, che prescinde
da tutti i tipi di economie, che vive nell'uomo.
Il
denaro è la difesa.
Il
denaro ci rende diversi l'un l'altro, perchè vogliamo sentirci
diversi l'un l'altro.
Il
denaro non è solo possesso, è amore.
E'
forse questo il valore “universale” che condivide l'umanità?
E'
possibile?
L'istinto
di dominazione è una peculiarità umana come specie?
Non
lo so. Non posso rispondere a queste domande. Molti hanno avuto la
superbia di tentare una risposta, senza successo.
Ma
c'è un sentimento che vive e combatte con il denaro dalla notte dei
tempi. E' l'amore filiale. E' la determinazione costante di voler
difendere a tutti i costi, anche della vita stessa, i propri figli,
fino alla fine. E' un sentimento che ci accomuna tutti. E salvo
quella infinitesima percentuale di comportamenti diversi che pur si
osservano, capiamo tutti che esiste qualcosa di veramente importante.
La
vita.
Eh
si. Riflettendoci bene ogni essere umano, chi in misura minore, chi
in misura maggiore, comprende l'immensità dell'importanza della
vita.
Che
sia la sofferenza per la sofferenza di un figlio, o la sofferenza per
un gruppo di persone, o una nazione, o un popolo, o l'umanità nel
suo complesso, non conta l'ampiezza. E' un sentimento condiviso.
Collettivo.
Ma
forse ci è stato insegnato a vedere le differenze e poche volte le
affinità.
Forse
ci è stato insegnato a considerarci diversi, a prescindere. Diversi
nel modo di vestire, di comportarsi, in quello che vogliamo. Diversi.
Forse
ci hanno detto che è meglio per tutti credere che esistano per forza
persone buone e persone cattive. Da qualsiasi latitudine si vogliano
guardare “buono” e “cattivo”. Non importa.
Ma
cos'è che rende un uomo cattivo o spinge un altro a comportarsi
bene?
Secondo
la mia stupida visione, è la gradazione di intensità
dell'incapacità a considerare gli altri alla stessa stregua dei
propri figli. Quella sfumatura di grigi che ognuno si porta con se.
Comprendiamo
l'importanza fondamentale della vita, ma non riusciamo a proiettarla
abbastanza lontano da noi stessi. Il grado di intensità di questo
fascio luminoso che si sprigiona dai nostri corpi è determinato dal
grado di intensità della nostra consapevolezza a capire che si
tratta di un fascio benefico. Come l'emissione di una serie di onde a
bassa frequenza capace di riallineare i nostri squilibri.
Lo
scambio di queste onde, si può chiamare interazione sociale, cicalio
di sottofondo, ma anche ugo. Non ha importanza.
Esiste.
C'è.
Ed
è allineato a quello analogo della terra. Di quella creatura così
meravigliosa che ci permette di esistere, di essere qui, di provare
un sentimento, di apprezzare una lacrima.
E'
meraviglioso il regalo che ci è stato fatto.
L'universo
pullula di vita. Sprigiona da ogni sua forza, da ogni suo movimento,
legge, equilibrio.
L'universo
è un'infinita incubatrice che vaga nel nulla.
Siamo
troppo importanti, come esseri, come espressione profonda di questo
grande spettacolo, da poter preoccuparci di qualcosa di così infimo
e di inefficiente come farci la guerra l'un l'altro.
La
guerra di classe. La guerra di popolo. La guerra di frontiera. La
guerra di borsa. Commerciale. Fredda. Lampo. Preventiva.
Intelligente. Di Pace. Strategica. Culturale. Di razza. Di religione.
Di aggressione. Da strada. Urbana. Civile. Di liberazione. Di
indipendenza. Di conquista. Di rapina. Di potere. Dinastica. Moderna.
Locale. Limitata. Rivoluzionaria. Politica. Insurrezionale.
Guerrigliera. Al terrorismo.
Perchè
tutte queste definizioni?
La
guerra E' una sola.
Quella
contro l'uomo.
E'
la nostra guerra interiore.
Quella
di tutti i giorni.
E'
così paradossale da sembrare vero.
E
siam talmente convinti che sia vero, da farlo essere vero.
La
dicotomia tra vero e falso, nella nostra logica, è solo un modo per
chiamare in modo diverso le facce della stessa moneta.
Bisogna
lanciarla in aria ed aspettare il suo verdetto.
Non
farci la guerra mentre la moneta viene giù.
Quanti
morti. Quanta sofferenza.
Per
cosa?
Per
cosa poi?
Per
quella maledetta moneta che una volta lanciata, non è mai scesa a
terra.
Molte
volte ho sentito la parola furto.
In
centinaia di migliaia di occasioni.
Una
parola che è stata accostata ad ogni genere di comportamento umano.
Ma
il più colossale, è questo.
Rubiamo
la nostra umanità all'altro come fosse merce. Senza vedere nei suoi
occhi. Senza saper cogliere quel fascio di luce benefico che vive in
ognuno di noi, fin dalla nascita.
Non
possiamo essere gli adulti che siamo guardando ai bambini che
eravamo.
Non
può essere.
(Francesco
Salistrari)
catastrofici pensieri, a me non dispiace essere l'adulta che ogni tanto guarda la bambina che ero
RispondiEliminaBeh, carissima, è esattamente questo che intendo... SIAMO gli adulti che siamo, proprio perchè incapaci di essere i bambini che eravamo...
RispondiEliminaE' troppo importante saper guardare alla nostra infanzia e farne tesoro per la nostra crescita. Purtroppo sempre meno persone lo fanno....