mercoledì 15 agosto 2012

Anno Domini 2001: l'incipit.

G8 Genova, luglio 2001.
A ormai più di 10 anni di distanza, un evento storico. Un  evento che ha inaugurato un'epoca e che ha dato una precisa svolta alla storia del mondo occidentale.
Di lì a poco meno di due mesi, sarebbe arrivato l'11 settembre, la pietra tombale della democrazia americana.
Il 2001 è stato un anno cruciale. E' stato l'inizio di un nuovo millennio non in termini temporali, ma sociali, economici e geopolitici.
L'inizio del nuovo millennio comincia a Genova. Prosegue a New York e Washington. Passa per l'Afghanistan e approda in Iraq.
Quattro eventi storici fondamentali che hanno decretato la fine sostanziale della democrazia rappresentativa di stampo occidentale.
Il G8 di Genova è un massacro. E' la messa al bando del diritto a manifestare le proprie idee e opinioni. Ma prima di questo, il G8 di Genova è un laboratorio. E' un esperimento sociale.
E' l'esportazione in occidente del modello sudamericano. E ha decretato l'inizio di una nuova epoca per i rapporti sociali e le legittimità costituzionali non solo in Italia, ma nel mondo occidentale nel suo complesso.
La militarizzazione della manifestazione, la repressione della protesta, l'uso della provocazione organizzata (black block) come incipit e giustificazione di tale repressione , ha sancito la fine di ogni velleità per il movimento no-global mondiale di raggiungere un qualsiasi risultato apprezzabile e tangibile. Il G8 di Genova è stato utilizzato dalle classi dirigenti occidentali per stroncare definitivamente qualsiasi opposizione al modello socio-economico del neo-liberismo. La violenza estrema con cui sono state affrontate le decine di migliaia di manifestanti, l'organizzazione logistica dei percorsi dei cortei e delle zone “colorate”, gli episodi scandalosi come quelli della scuola “Diaz” e di Bolzaneto, sono solo le evidenze tangibili di un disegno articolato e studiato ad arte per rendere al mondo un messaggio molto chiaro: “Non si scherza più, da oggi dovrete aver paura!”.
Non sarà tollerata più qualsiasi messa in discussione sistematica del sistema economico e politico, non saranno tollerate più forme di dissenso e di organizzazione capaci di mettere in moto masse molto grandi di individui.
In altre parole, finisce la democrazia.
E il tutto in una malefica armonia con quello che di lì a poco sarebbe accaduto in America con gli “attacchi” alle Torri Gemelle e al Pentagono.
La militarizzazione di Genova fu giustificata per scongiurare atti di terrorismo contro i vertici dei paesi più ricchi del mondo. In realtà poi fu usata come grimaldello per spezzare il fronte della protesta, isolare, umiliare, spaventare milioni di cittadini del mondo che legittimamente esprimevano la propria opinione su questioni cruciali.
Il movimento no-global aveva visto i suoi natali negli Stati Uniti a Seattle nel 1999, anno in cui un vasto movimento eterogeneo di protesta contro il neoliberismo dominante ha fatto il suo ingresso sulla scena politica, preoccupando non poco l'establishment occidentale, anche in virtù del fatto che fu capace di espandersi a macchia d'olio in tutto il mondo, determinando per la prima volta dalla caduta del muro di Berlino, la nascita di un movimento internazionale che metteva in discussione il modello economico capitalista nel suo complesso.
La possibile crescita e le capacità di radicamento di questo movimento sarebbero potuti essere fortemente destabilizzanti per gli equilibri di potere che la globalizzazione economica aveva messo in moto ormai da un decennio. Così, con Genova e con l'11 Settembre, venne posta  fine a questa minaccia.
Perchè l'11 settembre? Solo per la guerra in Afghanistan e in Iraq? Non solo. Trovare una giustificazione così forte da dare in pasto all'opinione pubblica per appoggiare due guerre così smaccatamente ingiuste e predatorie, è stato certo uno dei motivi che ha spinto i criminali al potere negli USA a massacrare 3500 individui innocenti su territorio americano.
Ma il motivo principale, più sottile, meno evidente, era quello di garantire con l'avallo della popolazione americana (stretta dalla morsa della paura e dello sbigottimento) una limitazione consistente delle libertà democratiche e soprattutto implementare strumenti di controllo e di repressione che in passato era assolutamente impensabile fossero permessi.
Il G8 a Genova ha rappresentato un monito a tutti gli attivisti. L'11 settembre ha realizzato quel monito a livello globale.
Il mondo di oggi, il mondo della crisi, il mondo dell'apatia, della rassegnazione, della paura, nacque nel 2001.
Sarebbe ora che chiunque abbia a cuore la democrazia, cominciasse a riflettere retrospettivamente su ciò che questi episodi così rilevanti hanno significato per tutti i popoli occidentali, per le libertà, per la vita di milioni e milioni di cittadini a cui è stata piegata la testa con metodi così brutali e inaccettabili.
La svolta autoritaria impressa al mondo da questi episodi, si dipanerà compiutamente proprio nelle pieghe di questa crisi. E mostrerà i suoi veri effetti proprio oggi.
Cosa credete, che se la situazione economica precipitasse, ci sarà permesso di difenderci? Ci sarà possibile ottenere democrazia attraverso gli strumenti consueti? Ci saranno garantiti i diritti democratici?
Se lo credete davvero, mi dispiace dirlo, vivete nel paese dei sogni.

(Francesco Salistrari)

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