lunedì 8 marzo 2010

Pupazzo di neve.


Folgori e tuoni dal tuo cielo buio,

pioggia e grandine cadono dal cuore,

fango e ghiaccio sui tuoi piedi.


Sei fradicio di nostalgia ghiacciata,

sei il fiocco di neve congelato a terra,

ed il calore non ti ridarà vita.


Tuoni e fulmini sulla tua testa persa,

amore come neve, freddo e candido,

amore come ghiaccio, tagliente e indifferente.


C’è la tormenta che imperversa

e scappi inutilmente da questo freddo,

tempo selvaggio di un cuore malato.


Sulla tua vita c’è l’inverno rigido,

di sale e fango, di neve e freddo,

sulla tua vita è caduta la coltre del rimpianto.


Nuvole nere addensano il tuo futuro contorto

e neve sferzante sfregia il tuo viso,

sei il pupazzo di neve che vedi laggiù.


Hai il naso di carota ed il cappello,

la sciarpa rossa ed i guanti di lana.

Sei tu il pupazzo che vedi.


Presto arriverà di nuovo il sole,

ma tu sei un pupazzo di neve

e ti scioglierai nella calura che verrà.


Di te resteranno solo pochi oggetti

ed il ricordo di un freddo terribile.

L’inverno è passato e quel pupazzo con lui.


(Francesco Salistrari, 2003)


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