domenica 10 gennaio 2010

L'incubo del dormiente.


Il silenzio sopra di me,
spesso come catrame,
il buio simile a panna montata.
Immobile attendo qualcosa che non arriva,
all'orizzonte nulla scorgo se non la paura,
sul suo
galoppante cavallo ,
fiera e spietata.
Respiro come un'aria malsana
ed il mio corpo si ribella a qualcosa di indefinito.
Le mani fredde non toccano più nulla
ed il cuore pulsa lento una linfa vitale
di cui ignoro la verità.
Strana è la mia quiete,
nonostante senta in lontanaza rumore di zoccoli,
cavallo scuro al galoppo.
Strana calma la mia,
che mi attorciglia le membra.
Odore macchiato d'incenso e fiori appassiti,
come cimitero.
Cosa sarà tutto questo,
se non un altro scherzo della vita?
O della morte?
Ricomincio a camminare
in questo mondo stanco e desolato,
fatto di pietre e solitudine,
di silenzio e rassegnazione.
Cosa sarà tutto questo,
se non l'incubo di un dormiente?
E' calata la mezzanotte
su questo mondo strano.
Un assurdo sole
è già scomparso all'orizzonte.
C'è chi ha paura, chi sorride, chi se ne frega.
Il buio è calato, ma nessuno sa perchè.
Trema la terra ed ulula il vento,
divampa il fuoco e l'erba avvizzisce.
Siamo arrivati alla fine del viaggio,
cari miei mentecatti.
Cala lento il sipario
e c'è ancora qualcuno che si chiede il perchè.
Come me.
Sveglio o dormiente?

(Francesco Salistrari, 2010)

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