mercoledì 30 dicembre 2009

Mondo di senatori.


Sto per entrare in un luogo che non ho mai visitato. Ostile, fatto di facce languide e sguardi interessati.
Ognuno vorrà carpire un segreto, una debolezza, da un atteggiamento, giuria messa lì a posta dalla propria superbia.
Sto entrando in un luogo di senatori, di dibattito, dove ognuno crede di poter criticare, proporre, cambiare. In realtà vedo il luogo dell'immobilismo e delle buone maniere. In cui ognuno recita una parte convinto di essere il regista.
Mi sento già le loro dita addosso, i loro falsi sorrisi di cera.
Sento già il vento della loro superbia e della loro ipocrisia scompigliarmi i capelli.
Il mondo delle parole e dei grandi maestri.
Sono già in soggezione, ma non mi interessa. Guarderanno me e crederanno di vedermi davvero. Crederanno di convincermi di essere simili. Proveranno a parlare attraverso le mie labbra, ma non riusciranno a farmi dire ciò che vorrebbero.
Navigherò in mezzo a loro simil fantasma, apparirò e scomparirò come solo io so fare e tutti crederenno di vedere qualcosa di nuovo.
Avranno mani e occhi solo per me, solo per un istante e sarò la loro ennesima illusione. Entrerò nel loro mondo e continuerò a fare ciò che so fare meglio.
Le luci, lo sfarzo, non mi faranno paura, ma solo sorridere.
Riderò, mentre tutti crederanno di vedermi piangere.

(Francesco Salistrari, 2009)

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