giovedì 22 ottobre 2009

Come sempre, una questione di Tempo.


Il tempo può diventare un macigno, a volte. Come un peso insopportabile sul petto. Una sensazione di claustrofobia opprimente come un cielo plumbeo.


Il passato diventa indigesto, come cibo andato a male. Simile ad uno sguardo su qualcosa di disgustoso. E ci si ritrova a dover essere costretti a fare i conti con le conseguenze di quello che si è fatto, detto, pensato, provato.


Ogni tanto capita di odiare il passato, il tempo alle spalle, le cose non fatte, le occasioni perdute. A maledire i giorni senza senso, le emozioni smarrite. Ed è come trovarsi di fronte una lavagna piena di segni indecifrabili, davanti ad un’equazione di cui si ignora la soluzione.


Il tempo è tiranno, dicono.


Ed è vero.


E’ il monarca assoluto dell’anima nostra. E’ il re davanti al quale dobbiamo tutti inchinarci.


Il suo verbo è la legge della nostra esistenza. E’ l’anatema alle nostre aspirazioni.


Ed è la gioventù la prima vittima delle sue punizioni.


Ci si ritrova grandi senza saperlo, vecchi senza accorgersene, delusi senza sapere perché.


Sembriamo tutti indifferenti, ma non è così. Siamo tutti consapevoli della caducità che ci opprime, dell’effimera sensazione di immortalità che ci trasciniamo dietro per non pensare alla morte.


In fondo siamo tutti bambini che si nascondono in un armadio.


Ci lasciamo scivolare la vita addosso quasi inconsapevoli, come se niente fosse, come se avessimo sempre una seconda occasione ed il più delle volte non ci rendiamo conto che stiamo sprecando qualcosa di molto importante.


Il nostro tempo, appunto.


Sprecarlo a rincorrere assurde chimere, modelli di vita completamente sbagliati, aspirazioni illusorie, finti miraggi su un orizzonte troppo distante. Il grande sogno di affermarci nella competizione del mondo, ci fa perdere di vista ciò che conta davvero, consumando le nostre priorità come una goccia d’acqua con la pietra. E arriva un giorno in cui saremo costretti ad osservare il deserto della nostra esistenza, finanche dall’interno di una residenza di lusso.


Gli oggetti, le cose di cui ci circondiamo non potranno mai sostituire le persone, non saranno mai in grado di ricambiare il nostro attaccamento, la nostra devozione.


La materia non ha compassione, ma solo consistenza.


E sarà poi proprio il tempo a cancellare ogni cosa. Con cinica lentezza, ma inesorabile determinazione.


La polvere è capace di ricoprire ogni cosa.


E’ questa forse la lezione più importante da imparare a memoria.



(Francesco Salistrari, 2009)

2 commenti:

  1. è vero che la polvere ricopre ogni cosa, ma la si può spazzare via facilmente e il tempo si può godere, bisogna solo imparare a star fermi
    la magia del non fare, a volte è utile

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  2. Esattamente quello che intendevo io...
    grazie...
    un saluto affettuoso...

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