sabato 5 settembre 2009

E' morta l'Ape Maia.


Un problema che sta preoccupando tutti gli scienziati del mondo è la moria delle api in Nord America ed in Europa, un fenomeno che sta progressivamente diventando sempre più allarmante. Negli ultimi tempi inoltre si è registrata una serie di migrazioni anomale di api dalla campagna alle città che sta mettendo in crisi sia la produzione di miele, sia l'agricoltura in generale. Non va dimenticato infatti che le api sono un vettore di impollinazione naturale di fondamentale importanza nei processi produttivi agricoli ed il calo marcato del numero di api sta cominciando a produrre effetti poco piacevoli.
Secondo gli esperti le cause di questo fenomeno possono essere molteplici e possono interessare i cambiamenti climatici, l'inquinamento da pesticidi e le onde magnetiche dei cellulari. Queste ultime in particolare potrebbro essere la causa della perdita dell'orientamento delle api che non riuscirebbero a fare ritorno all'alveare.
I dati sono preoccupanti in quanto negli ultimi anni si è avuta una moria negli allevamenti decisamente superiore alla media fisiologica (10%), arrivando in alcuni casi alla morte completa delle colonie. In Europa e in Nord America il fenomeno è in rapida espansione e potrebbe causare nel giro di pochi anni una riduzione della produzione di miele del 60% e danni all'agricoltura per oltre 2 mila miliardi di dollari.
Altri scienziati tendono ad escludere le onde elettromagnetiche dei telefonini tra la cause del fenomeno e puntano il dito contro i pesticidi neonicotinoidi a base di imidacloprid, come il Gaucho della Bayer.Tuttavia anche questi ricercatori non negano completamente l'influenza dei cellulari nel processo, ma si dicono convinti che il problema principale è rappresentato appunto dai pesticidi.
Pesticidi o cellulari, la sostanza non cambia. La causa siamo noi.
Non va sottovalutato inoltre un altro aspetto molto importante. Se infatti riuscissimo a dimostrare che i pesticidi (o i cellulari) sono i responsabili di questo disastro biologico, dovremmo cominciare a interrogarci seriamente sugli effetti che questi hanno anche sull'uomo stesso. E' altamente probabile che gli effetti dannosi riscontrati sulle api, possano avere delle conseguenze anche per quanto riguarda la salute dell'uomo. Il silenzio imposto dalle grandi case farmaceutiche rispetto a questi temi è d'altra parte desolante e se pensiamo, ad esempio, che le ricerche delle università su questi prodotti viene il più delle volte finanziata dalle stesse case produttrici per mancanza di fondi delle università, ecco che il cerchio si chiude e la gente non è informata. Secondo il professore Vincenzo Girolami (Università di Padova) riguardo all'uso di pesticidi neonicotinoidi a base di imidacloprid: “le guttazioni di piante ottenute da semi di mais conciati, se vengono bevute dalle api le uccidono entro 2-10 minuti ed entro 20-40 minuti se solo vengono assaggiate per un attimo". "Questa scoperta - sostiene Francesco Panella, presidente degli apicoltori italiani - è l’ennesima dimostrazione della superficialità con cui sono state concesse le autorizzazioni d’uso di queste molecole a effetto neurologico sistemico, che trasformano le piante tal quali in insetticidi perenni. Questa drammatica evidenza scientifica comporta importanti riflessioni e impone una diversa capacità pubblica di controllare gli interessi delle multinazionali della chimica. E’ ora di prendere atto che il problema non si risolve con la modifica delle seminatrici e neppure con il miglioramento delle tecniche di concia perché la guttazione sulle piante conciate e su quelle che vengono coltivate in loro successione mette comunque a disposizione dell’ape “gocce di linfa” avvelenata”.
Il problema dunque è molto serio e andrebbe preso con le molle. Se infatti non fosse fatto qualcosa nell'immediato futuro per contrastare questo processo, si giungerebbe nel giro di pochi decenni al rischio estinzione per le api e i danni sarebbero immani per tutto l'ecosistema e la biodiversità, nonchè naturalmente per l'uomo. In altre parole va trovata una soluzione subito, senza perdere tempo e senza soprattutto mettere in primo piano gli interessi economici delle multinazionali.
Va comunque sottolineata come ancora la ricerca scentifica brancoli nel buio. Perchè è vero che alcune evidenze e alcune ricerche hanno posto il problema pesticidi, ma ne esistono altre che parlano dei cellulari, come abbiamo detto, ma anche del riscaldamento globale. "I cambiamenti climatici in atto provocano dirette conseguenze anche su animali come le api: esisterebbe infatti un preciso collegamento tra il riscaldamento globale e il fenomeno della moria di questi insetti". È questa la principale conclusione a cui è giunta una ricerca sulle possibili influenze dei fenomeni climatici ed ambientali sulle popolazioni apistiche mondiali. L'indagine, che ha preso in esame il periodo compreso tra il 1850 ed oggi, è giunta a due importanti conclusioni: negli ultimi 20 anni l'accorciamento della stagione invernale avrebbe allungato di circa un mese il periodo di attività delle api, con conseguente aumento di stress e problemi di salute per questi animali. Non a caso gli apicoltori confermano che in marzo e aprile la mortalità è più accentuata. La seconda conclusione riguarda il ciclo di covata che, a causa dei caldi precoci, è diventato anomalo rendendo le api più vulnerabili all'attacco della varroa, un pericoloso acaro parassita.
Occorrono dunque risposte certe per affrontare nel migliore dei modi quella che nel giro di pochi anni potrebbe diventare un'emergenza mondiale. I danni provocati dall'estinzione delle api sarebbero incalcolabili e interesserebbero tutta l'umanità. Dunque è un problema che interessa tutti.
"Se le api scompariranno all’uomo resteranno solo quattro anni di vita” (Albert Einstein).

(Francesco Salistrari, 2009)

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