lunedì 20 luglio 2009

Commedianti e Commediografi.


Fantomatici.
E' l'unico termine che mi viene in mente per descrivere i “leader” di questa “sinistra” italiana sempre più allo sbando. Dopo il bluff del “voto utile” che ha semplicemente sancito l'uscita di scena della “sinistra radicale” (ma radicale in cosa poi?) dal Parlamento, dopo la sonora batosta a tutte le elezioni cui il PD ha partecipato con il timoniere Walter “Matthau” Veltroni e la sua “fuga” dalla Caporetto di Sardegna, il PD si barcamena nelle sue dinamiche interne per avviare le “primarie” ed eleggere un nuovo segretario. Si presenta alla porta Beppe Grillo, ex comico, ma non perchè non faccia più ridere, ma perchè il mestiere gliel'hanno fregato i politici, ben più comici di lui, e che quindi ha deciso di fare a sua volta il politico. Si presenta alla porta del PD e chiede l'iscrizione al partito e quindi alle primarie per il segretario. L'ormai riconosciutissima “democrazia interna” del PD gli nega la tessera, gli nega la possibilità di candidarsi alle primarie. E la bomba esplode. Molta parte dell'elettorato del PD, dalle pagine del blog di Grillo, si dice sdegnata per questa condotta del proprio partito e sopratutto perché completamente controtendenza ai sondaggi stilati in questi giorni (vedi l'Espresso) che davano appunto il Grillo in testa nella lotta alla segreteria.
Niente di nuovo sotto il sole dico io.
Fantomatici, appunto, come dicevo.
Fantomatica è la democrazia di un partito che si definisce Democratico con la D maiuscola, salvo poi calpestare lo stesso statuto e le regole che esso si è dato, negando l'ingresso, libero e democratico, di un cittadino italiano che attraverso il proprio spazio virtuale del blog è stato apprezzato da moltissimi italiani (il blog di Grillo è il primo in Italia per visite e iscrizioni e tra i primi nel mondo!). Un'investitura politica democratica e diretta che la rete ha palesato da molti anni ormai. Ma per il PD, Grillo è forse solo un comico, quindi da non prendere assolutamente sul serio. Peccato però che dal blog di Grillo in questi anni le campagne avviate, i progetti portati avanti, le proposte lanciate (e inascoltate), hanno raccolto un consenso di grandissimo respiro, proprio in virtù del fatto che riescono a dare risposte alle innumerevoli domande che salgono dalla società italiana. Una società in crisi non solo economica, ma anche di identità. E che vede la propria monca democrazia in mano ad una classe politica sempre più arroccata sulle proprie posizioni da “casta”.
L'autoreferenzialità palesatasi vieppiù in queste ultime vicende da parte di quella che dovrebbe essere l'opposizione democratica ad un governo in cui non si contano inquisiti e prescritti, lascia quella parte di popolazione italiana che chiede un vero cambiamento (e che è maggioritaria in Italia, checchè ne dica Berlusconi) completamente in balia di un paese governato a colpi di mano legislativi (leggi ad personam) e sotto il fuoco incrociato di un'informazione sempre più asservita al gran patron di mediaset ed esimio Presidente del Consiglio. Lasciata a se stessa soprattutto perchè, aldilà di una sparuta rappresentanza nell'unico partito di opposizione in parlamento, l'IDV di Di Pietro, l'Italia che chiede a gran voce di mandare a casa questa manica di politicanti aggrappati al potere è appunto senza voce. Come nei peggiori incubi, si trova avvinghiata ad un passato politico che non se ne vuole andare (PCI, DC vedi DS, Margherita) ma non riesce a gridare la propria rabbia.
L'italia, la democrazia italiana, sono ad un bivio. Lasciare ancora mano a Berlusconi & CO di spadroneggiare in lungo e in largo, di aggrapparsi al potere ancora più di quanto non lo siano, è un rischio pericoloso per le istituzioni, per le libertà e i diritti fondamentali, per la costituzione. Il fatto è che però, e lo abbiamo ben visto, assaggiato in tutta la sua “fragranza” con i governi Prodi/D'Alema, dall'altra parte, dalla parte di chi dovrebbe rappresentare una reale alternativa alla mafia di Berlusconi, si annida complicità con quest'ultima, connivenza, strategia quasi comune. L'odor di inciucio alle ultime elezioni vinte da Prodi, poi sfumato per non destare clamore nei propri elettori ma completamente barattato con l'assoluta inconcludenza legislativa di quel governo, le sparate di bicamerali di qua e bicamerali di là, le commissioni inciuciate, i continui richiami al “dialogo” con Berlusconi per le riforme della costituzione, fanno pensare a tutto tranne che a una vera alternativa per rilanciare questo paese allo sbando, economicamente e socialmente, sempre più razzista e retrogrado in mezzo alle strade, sempre più omertoso e trasformista nelle aule parlamentari. Ma abbiamo avuto riprova dell'inutilità completa del PD anche in questi ultimissimi anni di governo Berlusconi, che tornato al potere servitogli su un piatto d'argento da uno che di trasformismo ne sa parecchio, Mastella (ex ministro della giustizia, sic!), ha potuto fare il bello e il cattivo tempo in tutto, finanche sprofondare in uno scandalo a luci rosse degno di un film della commedia italiana anni '80 alla Montagnani, senza che il PD riuscisse ad aprire bocca e a chiedere chiaramente la fine di questo scempio. Abbandonate le piazze, abbandonata una strategia di opposizione seria, anche l'IDV di Di Pietro diventa un nemico in parlamento, nonostante gli elettorati spesso si confondano, a riprova di quanto scollata sia questa politica dalla società reale. Come dicevo all'inizio, Grillo ne è la riprova più recente.
Dunque, basta!
L'Italia onesta si è stancata di questa manfrina da commedianti, di questa quiescenza servile ad un potere arrogante ed antipatico, pericoloso, antidemocratico per storia e prospettive. Basta!
Del resto se fossimo di fronte ad una vera sinistra di governo, come negli altri paesi democratici, Berlusconi non sarebbe nemmeno in Parlamento. E' Presidente del Consiglio e questo la dice lunga su che razza di politici ci siano in Italia.
Ma siamo davvero a questo punto?

(Francesco Salistrari, 2009)

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